Esistono molte fonti e notizie sui santi bizantini che ne descrivono la vita e le esperienze ascetiche,
ma si parla poco di sante e beate, eppure le biografie delle donne bizantine che conseguirono la santità sono una preziosa fonte proprio per la loro rarità.

santeufemia1Vorrei fare brevi cenni sulla vita di Santa Eufemia, anche se non abbiamo notizie certe su questa Santa e molte sono da giudicare poco credibili. Il suo nome è di origine greca e porta il significato di “colei che parla bene”. Nata nella città di Calcedonia da famiglia patrizia ricevette fin da giovane un’educazione cristiana. Durante le persecuzioni di Diocleziano fu rinchiusa insieme ad altri 49 cristiani per essersi rifiutata di immolare una vittima al dio pagano della città, e subì diverse torture tra cui la ruota. Rimasta fedele nonostante i tormenti subiti venne data in pasto ai leoni su ordine emesso dal proconsole Prisco, ma il suo martirio suscitò sgomento tra il pubblico pagano presente: i leoni la uccisero ma non ne divorarono il corpo.  Attraverso i “Fasti Vindobonenses priores”,pervenuti sino a noi, sappiamo che la data esatta del suo martirio fu il 16 settembre 303,
Seguì una degna sepoltura, e al riconoscimento della religione cristiana nel 313 venne costruita una chiesa in suo onore nel luogo della sua tomba. Nel 451 in questa stessa chiesa ebbe luogo il Concilio di Calcedonia, che diede grande impulso alla diffusione del suo culto.

Quando i Persiani conquistarono la città di Calcedonia nel VII secolo (forse intorno all’anno 620), i cristiani del luogo trasferirono il sarcofago con le reliquie della Santa a Costantinopoli, nella Chiesa omonima vicino all’Ippodromo fatta probabilmente erigere in suo onore dall’imperatore Costantino. Qui rimasero fino all’800 quando,durante il periodo iconoclasta,dei probabili pescatori caricarono il sarcofago di marmo su una barca con l’intenzione di trasferirlo in luogo ritenuto maggiormente sicuro (è probabile che già Costantino V avesse adibito la Chiesa di Santa Eufemia ad arsenale). Rimane comunque difficoltoso riuscire a stabilire cosa sia realmente accaduto proprio per la mancanza di fonti attendibili, ma pare certo che nello stesso anno esattamente il 13 luglio il pesante sarcofago di marmo approdò miracolosamente,galleggiando sul mare,presso la costa della città di Rovigno. Nel prodigioso arrivo i rovignesi,accorsi in massa,tentarono di aprirla e portarla all’interno delle mura cittadine senza ottenere risultati. La notte successiva apparve in sogno ad una rovignese una giovine, che le rivelò essere Sant’Eufemia, e le fornì precise indicazioni per spostare la pesante arca in pietra. Ovvero le ingiunse di trasportarla aggiogandola a due buoi. Il giorno dopo,rispettando le “istruzioni” ricevute, l’arca venne condotta alla sommità del monte presso l’antica Chiesa di S. Giorgio Martire. Il riconoscimento delle spoglie come quelle appartenenti alla Martire e Santa Eufemia venne confermato, almeno così narra la leggenda, da una pergamena ritrovata a fianco della santa una volta scoperchiato il sarcofago.

Oggi è copatrona della città di Rovigno d’Istria in Croazia insieme a San Giorgio. Martire della città di Calcedonia, deve la diffusione del suo culto al Grande Concilio tenutosi nel 451-452, ed è a lei dedicata la festa dell’11 luglio: di S. Eufemia protettrice dell’Ortodossia.  La data dell’11 luglio è, inoltre, legata al miracolo raccontato nel Sinassario Costantinopolitano relativo alle due professioni di fede: quella ortodossa e quella eutichiana. Entrambe erano state poste sul petto della santa alla chiusura dell’urna debitamente sigillata, ma alla riapertura si trovò il testo ortodosso stretto nelle mani della santa e quello ereticale ai suoi piedi. Le prime fonti agiografiche ad Ella relative risalgono al vescovo Asterio di Amasea, che tra il 380 e il 410 la portava come esempio nelle omelie. Ed è proprio grazie ai testi di queste omelie che abbiamo i particolari del martirio, poiché il vescovo afferma di aver visto alcune pitture poste nel porticato di una chiesa (purtroppo non specificata), le quali raffiguravano scene del martirio. In una di esse viene rappresentato il processo, in una seconda, Eufemia appare mentre è torturata: un carnefice le tiene il capo rovesciato all’indietro, mentre un altro le strappa i denti. Un’ultima scena ritrae la santa mentre consuma sul rogo il suo martirio. Sulle modalità di svolgimento del martirio esistono versioni discordanti, come, del resto, le fonti riguardanti la sua vita. Si sa per certo che le vennero spezzati i denti col martello, ma alcune fonti fanno chiaro riferimento a morte sul rogo, altre all’arena dei leoni.

 

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Di Nicola

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