Teodosio II

Nato nel 401 era figlio dell’imperatore Arcadio e dell’imperatrice Eudossia. Per sette anni era cresciuto in compagnia d una madre famosa per la sua sfrenata sensualità e per il lusso,e di un padre lento di cervello e di movimenti che poco aveva ereditato dal nonno Teodosio I. Verso il primo Maggio del 408,quando Teodosio aveva solo sette anni,Arcadio morì. Nonostante Arcadio non fosse stato un grande imperatore,non poteva andarsene in un momento peggiore,soprattutto per l’Occidente. Onorio,imperatore d’Occidente e fratello di Arcadio,stava spingendo l’Impero sempre più nel caos. Poco dopo la morte di Arcadio,Stilicone forse con un accordo segreto con il goto Alarico,voleva impadronirsi dell’Impero. Nel frattempo Onorio,la cui unica passione sembrava essere l’allevamento di polli,si fece convincere da un certo Olimpio che il generale vandalo lo voleva tradire. Il 23 Agosto del 408 Stilicone fu arrestato,processato e giustiziato a Ravenna. Con la sua morte riaffiorò ed esplose tutto l’odio represso dei romani per i barbari. L’imbelle Onorio in un colpo solo aveva non solo privato l’Impero dell’unico generale valido e degno di nota,ma aveva dato inizio ad una serie di violenze che i legionari romani perpetuarono contro i propri ausiliari barbari. La rabbia contra barbaros era scoppiata ovunque. I superstiti goti,dopo aver abbandonato l’esercito imperiale,si unirono sotto la guida di Alarico. A questo punto i legionari si accorsero di non avere generali in grado di comandarli ed andarono allo sbando. Stilicone,ed è il caso di spenderci due parole,nonostante la sua occasionale ambiguità aveva sempre servito bene l’Impero ed era stato un condottiero stupendo. Alarico che non si fidava di Onorio,né del senato assediò Roma agli inizi di Settembre dello stesso anno. Roma si trovò circondata in breve tempo dai Goti. La fame nella città arrivò a tal punto che si registrarono casi di cannibalismo. Inoltre con il freddo arrivarono le malattie. Roma smise di sperare in Ravenna-Onorio nemmeno a dirlo non aveva alzato un dito-e poco prima di Natale intavolò le trattative. Vennero pagate ai Goti 5000 libbre d’oro,30.000 d’argento,4000 tuniche di seta,3000 pelli tinte di scarlatto,3000 libbre di pepe. Dopo la resa di Roma Alarico si preoccupò di cercare una sistemazione per il suo popolo e chiese ad Onorio di poter occupare il Norico. La proposta era ragionevole,ma Onorio pose un secco rifiuto. Era la prima volta che dava segno di essere vivo e non poteva scegliere momento peggiore per farlo. I Goti sarebbero potuti essere un valido popolo-cuscinetto,soprattutto contro il nuovo pretendente al trono Costanzo che riuniva sotto di sé la Gallia,la Britannia e la Spagna. Nel frattempo Arcadio era morto e sul trono Teodosio II,il quale aveva sette anni.,non poteva certo aiutare lo zio. Stavolta Alarico si spazientì e mise sul trono un cristiano colto ed intelligente,apprezzato anche dai pagani per la sua tolleranza in materia religiosa:il suo nome era Prisco Attalo. Subito questo nominò Alarico magister militum e cominciò i preparativi per marciare su Ravenna. Finalmente Onorio discostò un poco il suo interesse dall’allevamento e chiese aiuto al governatore d’Africa,Eracliano,il quale era rimasto fedele alla causa di Ravenna. Questo chiuse i rifornimento di grano per Roma. Ravenna non poteva più essere presa. Alarico lo capì e spogliato Prisco Attalo della porpora assediò Roma per la terza volta. La città non resse ad un altro assedio ed aprì le porte ai barbari. Il sacco di Roma era compiuto. L’Impero d’Occidente stava ormai scivolando verso la distruzione finale.

A Costantinopoli le cose erano ben diverse. Non potendo Teodosio II ancora governare, il comando della città era retto dall’ottimo prefetto del pretorio Antemio.Questo nel 413,quando Teodosio aveva dodici anni,aveva fatto erigere quelle mura ancora oggi chiamate teodosiane e che avrebbero salvato l’Impero da numerosissimi assedi nel corso dei secoli. Antemio viene definito come “il primo funzionario di alto rango dai tempi di Teodosio I che riunisse in sé doti di governo e di moralità.” Nel 414 questo governatore uscì di scena e le redini del potere vennero prese dalla sorella di Teodosio II,Pulcheria. Ella aveva solo due anni in più del fratello,ma riuniva in sé tutte quelle doti che al giovane Teodosio mancavano:era una donna forte,decisa,amante del potere e molto religiosa. L’atmosfera di corte divenne simile a quella di un chiostro e qualche nostalgico invocava i ben altri suoni che si udivano quando il palazzo era abitato dalla lussuriosa e sensuale Eudossia. Teodosio nel frattempo,essendo porfirogenito,quindi di stirpe direttamente imperiale,era cresciuto isolato dai suoi coetanei. Dal padre aveva ereditato la lentezza dei movimenti,ma non quella del cervello. Anziché la religione era appassionato dalla letteratura classica,dalla musica,dalla matematica,dalle scienze. Passava le ore a copiare ed ad alluminare con bella scrittura libri di poesia,tantochè questa passione gli valse il soprannome di Calligrafo. Amava anche la caccia ed introdusse il gioco persiano del polo a Costantinopoli. Sostanzialmente non era interessato alla politica e si accontentò di lasciare il governo alla sorella. La convocò una sola volta per ragioni di stato:bisognava cercargli una moglie. Era il 420. Proprio in quel periodo giunse a corte una ragazza greca di stupefacente bellezza;si chiamava Athenais. Pulcheria che la notò per prima rimase affascinata per il greco squisito parlato da questa ragazza bella e coltissima. Teodosio,difatti,se ne innamorò perdutamente. La giovane era pagana,figlia di un retore ateniese ed era sempre stata educata alla cultura ellenistica. Athenais fu battezzata più o meno obbligatoriamente e le fu dato il nome di Eudocia. Il 7 Dicembre del 421 furono celebrate le nozze tra Teodosio II,che allora aveva 20 anni,ed Athenais-Eudocia. Pulcheria fece da madrina. Due anni dopo,nel 423,Athenais-Eudocia fu innalzata con il titolo di Augusta. Questo sconvolse Pulcheria. Era normale che la moglie dell’imperatore ricoprisse il suo stesso rango,ma Athenais era mille volta più bella,più colta e più amata ed esercitava quindi un influenza maggiore sull’imperatore. C’era bisogno di un ridimensionamento. Era l’estate del 423,calda e torrida,quando a corte giunse una terza augusta,Galla Placidia,figlia di Teodosio Il Grande e sorellastra di Onorio. Con ella c’erano i suoi due figli, Valentiniano ed Onoria. Nonostante Placidia fosse poco più che trentenne era dovuta sopravvivere ai tre assedi di Roma perpetuati da Alarico,aveva sposato il cognato e successore di quest’ultimo,poi alla sua morte era andata sposa al consigliere di Onorio Costanzo,e nel 421,quando il marito aveva preso la porpora ad Occidente,aveva assunto il rango di augusta,ma sei mesi dopo era rimasta vedova per la seconda volta. A quel punto Placidia andò alla corte del fratellastro Onorio,che ormai dava segni di alta instabilità mentale. Inoltre l’imperatore d’Occidente s’era messo a farle proposte indecenti ed imbarazzanti in pubblico e lei,al limite della sopportazione,era partita alla volta di Costantinopoli. Rimase nella Città d’Oro poco tempo però poiché,con gran sollievo di tutti,arrivò la notizia della morte di Onorio il 26 Agosto. Ma a questo gradito annuncio seguì quello dell’ascesa del primicerio dei notai,ovvero capo della cancelleria imperiale,Giovanni,ad imperatore d’Occidente. Teodosio II non aveva alcuna intenzione di lasciare il trono ad un burocrate usurpatore e ,dopo aver riconfermato il titolo di augusta a Galla Placidia,mandò l’esercito a restituire il trono ai legittimi sovrani,ovvero al figlio di Galla Placidia Valentiniano,terzo del suo nome. La spedizione fu un successo,Ravenna fu presa nel 425 e Valentiniano III,che aveva solo sei anni, divenne a tutti gli effetti imperatore d’Occidente. Giovanni fu portato ad Aquileia dove fu messo sopra un asino a percorrere le vie della città per il pubblico ludibrio.Subito dopo fu giustiziato. A Costantinopoli nel frattempo l’ellenismo di Athenais dava i propri frutti:in collaborazione con il prefetto del pretorio della città,Ciro di Panopolis,un greco purosangue,poeta,filosofo ed amante dell’arte,l’imperatrice sviluppò la modesta scuola fondata da Costantino facendola diventare una grande e prestigiosa università,un centro culturale cristiano in grado di competere con quello essenzialmente pagano di Atene. Uno dei suoi frutti fu il codice teodosiano,una raccolta di leggi vigenti dai tempi di Costantino,e di cui parleremo meglio più avanti. Il codex fu promulgato congiuntamente dai due sovrani il 15 Febbraio 438,a pochi mesi dal matrimonio di Valentiniano III e la figlia di Teodosio II Eudossia;dunque i due imperatori si proponevano con ogni evidenza di suggellare l’unità dell’Impero.

Le dispute religiose :

Nel 325 il concilio di Nicea aveva condannato,sembrava in maniera definitiva,la dottrina ariana. Per tutto il IV secolo non se n’era più sentito parlare,ma non perché l’eresia fosse stata realmente sgominata,bensì perché quest’ultima continuò a covare sotto la cenere. Nel 427 era salito al soglio patriarcale di Costantinopoli un certo Nestorio: persona energica e fanatica, sosteneva che Gesù non poteva contenere la fragilità umana in sé,come aveva sentenziato il concilio di Nicea,ma in lui coesistevano due persone,una umana ed una divina. Il vescovo di Costantinopoli fece molta prese con le sue arti oratorie ed il suo carisma,ma trovò un degno avversarionel vescovo di Alessandria Cirillo. I toni tra i due si fecero talmente aspri che Teodosio II decise di intervenire:essendo lui a favore di Nestorio,convocò un concilio per condannare una volta per tutte il vescovo di Alessandria. Ma il basileus aveva sottovalutato Cirillo,il quale corruppe tutto il personale ecclesiastico ed il 22 Giugno 431,quando si aprì il concilio di Efeso, gli alessandrini ebbero in breve la meglio e Nestorio fu convocato per rispondere dell’accusa di eresia. Quest’ultimo non si presentò,poiché il concilio non doveva essere un tribunale e lui era un delegato,non un imputato. Cirillo non ebbe ulteriori indugi ed insieme a lui 198 vescovi lanciarono l’anatema contro Nestorio,il quale perse il seggio e si ritirò a vita privata. Nel 435,in seguito ad altri tumulti,Nestorio fu esiliato dallo stesso basileus prima a Petra,in Arabia,poi in una sperduta oasi del Libano,ove morì.

Sconvolgimenti interni ed esterni :

Athenais-Eudocia aveva fatto un voto:se sua figlia Eudossia fosse diventata imperatrice d’Occidente sarebbe andata in pellegrinaggio a Gerusalemme. Come già accennato prima Eudossia,allora quindicenne,sposò Valentiniano III nell’estate del 437. Athenais mantenne la promessa;l’anno dopo partì per Gerusalemme e tornò a Costantinopoli con tantissime reliquie,tra cui le catene di San Pietro e le ossa di Santo Stefano. Teodosio II accolse la moglie con i doni a braccia aperte e tutto continuò ad andare come prima. Poi successe qualcosa di strano. Athenais,forse per colpa delle macchinazioni di Pulcheria,cadde in disgrazia. Tornò a Gerusalemme,sola,triste,rabbuiata,solo l’ombra della ragazza brillante e di talento che aveva fatto perdere la testa al giovane imperatore. Morì nel 460.
Nel 434 era salito al potere presso gli Unni un giovane di nome Attila. Egli aveva in pochi anni creato un vasto impero che andava dai Balcani al Caucaso. Il suo popolo era tra i più primitivi che si potessero vedere a quei tempi:dormivano all’aperto,disdegnavano l’agricoltura,i cibi cotti-riscaldavano la carne cruda tenendola sotto le cosce mentre cavalcavano- e si vestivano di pelli di topo cucite rozzamente,che si toglievano solo quando cadevano a pezzi. Inoltre vivevano letteralmente a cavallo. Imparavano,si diceva,a cavalcare prima che a camminare. Attila,per l’appunto,era un unno tipico:piccolo,tarchiato,col naso all’insù e gli occhi a mandorla. Si era accontentato di ricevere dall’Impero Romano d’Oriente il tributo annuale in cambio della pace. Poi decise che era il momento di chiedere di più. Nell’anno 447 avanzò contemporaneamente a sud verso la Tessaglia ed a est verso Costantinopoli. Le mura teodosiane,da poco ultimate,ressero l’urto contro gli Unni che ripiegarono su Gallipoli ove sconfissero l’esercito bizantino. Accettarono di ritirarsi soltanto quando un’ambasceria dell’imperatore Teodosio II fece sapere che l’Impero avrebbe triplicato il tributo annuale in cambio della pace. Il capo unno si convinse d’avere in pugno il basileus e Teodosio fece di tutto per dargliene conferma accettando qualsiasi compromesso. Ben presto le casse dello Stato si prosciugarono e le tasse sempre più alte svernarono i sudditi. Teodosio II era ormai fuori controllo:l’Impero Romano rischiava di perdere tutte le sue ricchezze e tutto in brevissimo tempo. Ma così non fu. Il 28 Luglio 450 Teodosio cadde dal cavallo e morì. Non lasciava eredi. Così morì l’ultimo erede della stirpe di Teodosio I il Grande.

In conclusione :

La storiografia tradizionale ci presenta Teodosio II come un imperatore-suddito,lento nei movimenti e nel cervello come il padre Arcadio e comandato dalla sorella Pulcheria. In realtà così non fu:Teodosio era ben più intelligente del padre,studiava ogni tipo di materia e per questo si era meritato il soprannome di calligrafo. Aveva sposato una donna brillante,Athenais. Sapeva fare i suoi conti e diede i via libera alle due maggiori opere,il Codex e la revisione dell’università di Costantinopoli. Fu un imperatore mediocre,nonostante avesse i numeri per esser un buon imperatore. Da bambino era vissuto isolato dal mondo tra le mura della reggia,senza avere alcuna interazione sociale. La sua unica compagnia erano i libri. La sua infanzia poi era stata stravolta dalla perdita del padre a soli sette anni e dalla vista di una madre dissoluta e poco intelligente. Si rifugiò in sé stesso chiudendosi il più possibile,forse come atto di difesa verso un mondo ostile. Riuscì comunque a dare ai suoi sudditi un lungo periodo di pace,rotto solo da una guerra-lampo contro i Persiani(422) e l’invasione unna alla quale il basileus non seppe far fronte. In sostanza l’ultimo della stirpe di Teodosio fu un mediocre,ma forse perché era da sempre nato e vissuto come un uomo solo di fronte al mondo.

Il codice teodosiano

E’ la raccolta di costituzioni imperiali dai tempi di Costantino in poi,pubblicata da Teodosio II e Valentiniano III il 15 Febbraio 438. Ha per noi grande importanza.E’ l’unica raccolta pervenutaci al di fuori della compilazione giustinianea ed è il primo tentativo dello Stato di assumere su di sé il compito,resosi ormai indispensabile,di compilare le fonti del diritto. Il progetto primitivo prevedeva,oltre alla raccolta delle costituzioni(leges generales) da Costantino in poi comprendendo quelle abrogate,un’opera pratica di diritto vigente,che fondesse leges e iura. Tale progetto,iniziato nel 429,non venne in porto e pertanto nel 435 l’opera si restrinse alla raccolta di costituzioni,condotta secondo il piano primitivo,a cui si attribuì però carattere pratico;il risultato fu appunto il Codex Theodosianus. Il codice fu pubblicato,come già accennato prima,anche ad Occidente e rimase vigente insieme ai codici precedenti,quali il Gregoriano ed Ermogeniano.Furono abrogate le costituzioni non inserite in esso ed in quelli.
Il codice comprende sedici libri,divisi in titoli,entro i quali le costituzioni si susseguono in ordine cronologico. L’ordine delle materie segue sostanzialmente quello dei Digesta classici-tradizionale nelle opere giuridiche antiche di vasta mole-forse però qui vi è presente anche un’influenza del Codice Gregoriano. Il codice è comunque tutt’altro che un’opera perfetta e precisa. Oltre alla criticabile divisione delle leges generales vi sono una serie di mende nella compilazione come errori nelle inscriptiones e subscriptiones,geminazioni,ordine cronologico non sempre osservato ecc.
Sappiamo da fonti esterne pervenutaci in maniera avventurosa che i compilatori,probabilmente uomini dell’Università di Costantinopoli come Ciro di Panopolis,omisero nel testo originale le prefazioni,i motivi e gli accessori di cancelleria;se vi sono vere e proprie interpolazioni sostanziale è difficile dirlo.
Il codice rimase in uso in Occidente,in Oriente fu messo fuori uso dalla compilazione di Giustiniano,ed accanto all’epitome visigota,rappresenta il fondamento giuridico dell’Europa alto-medievale. Il testo originale è andato perduto,ma attraverso fonti e riassunti più o meno vasti,cito soprattutto la Lex Romana Visigothorum o Breviario Alariciano redatto da Alarico II,ci è stato possibile ricostruire gran parte del Codex.

autore: GIONATA CASTALDI

Per le edizioni antiche segnalo:

il commentario di Iacopo di Gotofredo(1665).
Fra le moderne abbiamo Haenel(1847)e Th.Mommsen(1905).

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Di Nicola

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