dalla cronaca di Sozomeno (morto c. 450 d.C.), Storia Ecclesiastica, II.3:
L’Imperatore [Costantino], sempre intento al progresso della religione, eresse splendidi templi cristiani a Dio in ogni luogo, specialmente nelle grandi città come Nicomedia in Bitinia, Antiochia sull’Oronte e Bisanzio. Migliorò notevolmente quest’ultima città, rendendola pari a Roma per potere e influenza; infatti, quando ebbe stabilito il suo impero come desiderava e si fu liberato dai nemici stranieri, decise di fondare una città che portasse il suo nome e che uguagliasse per fama persino Roma. Con questa intenzione si recò nella pianura ai piedi di Troia sull’Ellesponto… e qui tracciò il piano di una grande e bella città, costruendo porte su un’altura, da dove sono ancora visibili dal mare per i marinai. Ma quando era arrivato a questo punto, Dio gli apparve di notte e gli ordinò di cercare un altro sito per la sua città.
Guidato dalla mano divina, giunse a Bisanzio in Tracia, oltre Calcedonia in Bitinia, e qui desiderò costruire la sua città e renderla degna del nome di Costantino. In obbedienza al comando di Dio, quindi, ampliò la città precedentemente chiamata Bisanzio e la circondò di alte mura; allo stesso modo costruì splendide abitazioni; e, consapevole che la popolazione precedente non era sufficiente per una città così grande, la popolò di uomini di rango e delle loro famiglie, che convocò da Roma e da altri paesi. Impose tasse speciali per coprire le spese di costruzione e abbellimento della città e per rifornire di cibo gli abitanti. Eresse tutti gli edifici necessari per una grande capitale—un ippodromo, fontane, portici e altri splendidi abbellimenti. La chiamò Costantinopoli e Nuova Roma—e la stabilì come capitale romana per tutti gli abitanti del Nord, del Sud, dell’Est e delle coste del Mediterraneo, dalle città sul Danubio e da Epidamno e dal Golfo Ionico fino a Cirene e alla Libia.
Creò un altro Senato, a cui conferì gli stessi onori e privilegi di quello di Roma, e si sforzò di rendere la città che portava il suo nome pari in ogni modo a Roma in Italia; né i suoi desideri furono vani, poiché per grazia di Dio, essa divenne la più popolosa e ricca delle città. Poiché questa città divenne la capitale dell’Impero durante il periodo di prosperità religiosa, non fu inquinata da altari, templi greci né da sacrifici pagani. Costantino onorò inoltre questa nuova città di Cristo adornandola con molte e splendide case di preghiera, nelle quali la Divinità si degnò di benedire gli sforzi dell’Imperatore manifestando sensibilmente la sua presenza.
From: William Stearns Davis, ed., Readings in Ancient History: Illustrative Extracts from the Sources, 2 Vols. (Boston: Allyn and Bacon, 1912-13), Vol. II: Rome and the West, 295-296
Scanned by: J. S. Arkenberg, Dept. of History, Cal. State Fullerton.
Traduzione in Italiano a cura di Nicola Bergamo