Nato a Roma, 49 anni, professione avvocato, presidente della Accademia Angelica-Costantiniana , ultimo discendente della famiglia Angelo-Comneno di Tessaglia. Gran Maestro dell’ORDINE ANGELICO DELLA CROCE DI COSTANTINO IL GRANDE. Sposato con Donna Cristina con la quale ha avuto una figlia: Eleni.

Amico dell’Associazione Culturale Bisanzio, ora Centro Studi Bizantini Magnaura, ha partecipato alla conferenza tenutasi a Venezia a dicembre 2011 intitolata “Bisanzio e le Crociate”. Ha gentilmente concesso questa intervista al nostro Presidente, Nicola Bergamo

Cosa significa per lei portare un cognome così importante? 

Comneno4Significa innanzitutto essere consapevoli della storia della propria famiglia, ciò comporta delle responsabilità enormi. Bisogna essere fieri di quello che la Casa ha rappresentato nella Storia, ma nel contempo bisogna essere uomini del nostro tempo, essere i migliori perché i nostri comportamenti nell’attività professionale e nella vita privata possano essere di esempio per gli altri. Questo significa per prima cosa comportarsi con onore , cioè con moderazione ed umiltà, nel rispetto di se stessi e degli altri, perché ogni comportamento negativo ed eccessivo si rivolge contro tutta la Casa e arreca pregiudizio alla generazione futura. Significa comportarsi ed educare la nuova generazione con uno sguardo al passato al fine di avere maggior consapevolezza di se stessi e di quello che si sta facendo: comprendere di essere, in qualche modo diversi dagli altri, ma non a questi superiori.
Significa, soprattutto, insegnare ai figli i veri valori della vita e ciò non è facile ai nostri tempi, perché i ragazzi sono oramai soggetti a moltissimi e continui stimoli non sempre positivi. Significa educare mia figlia nella tradizione che comporta soprattutto immergersi nella cultura e nella educazione, le sole ed uniche cose che possono elevare e fare la differenza dagli altri. Educarla perchè cerchi di raggiungere gli obiettivi che vorrà fissarsi nella vita con uno sguardo al passato fiera di quello che rappresenta e stimolata per questo a dare il meglio di se.
Quanto detto comunque è valido per ogni persona: avere avuto degli esempi positivi a cui guardare (un nonno/a, un padre una madre oppure un lontano parente) è importantissimo. Ci spinge in qualche modo alla emulazione. Significa, infine, vivere appieno la Ns fede anche nella tradizione della Chiesa Cattolica Greca Melchita a cui apparteniamo, perché seppur piccola è intrisa di valori e di ricchezza spirituale.

Quando i suoi arrivarono nella penisola italica e perché? 

Per rispondere a questa domanda non posso che cominciare dall’inizio ripercorrendo brevemente la storia degli Angelo-Comneno, cercherò di essere il più sintetico possibile anche se si tratta di una storia millenaria.
Come noto venerdì 12 aprile 1204 Costantinopoli, sul cui trono sedevano gli Angelo-Comneno, cadde per mano dei Franchi: fecero strage di un centinaio di capi bizantini uccidendo anche Alessio V e sul trono imperiale salì Baldovino di Fiandra. E’ da quella data che risale lo smembramento dell’Impero bizantino e la creazione dei diversi Despotati, tra i quali quello di Epiro, Etolia e di Acarnania con Michele I, cugino dell’Imperatore Alessio II Angelo-Comneno, che occupò le terre che vanno dall’Adriatico fino alla Macedonia e da Naupatre a Durre e mise la sua capitale ad Arta (ora in Grecia). Dopo varie vicissitudini sul trono del despotato salì Michele II che ebbe in eredità anche la Tessaglia. Grande generale ed accorto uomo politico egli diede in sposa, nel 1255, la figlia Elena a Manfredi, figlio dell’Imperatore Federico II, allora reggente del regno di Sicilia. Elena portò in dote Durre, Valona, Spinarza e il distretto di Berti, successivamente, nel 1259, maritò la figlia Anna a Guglielmo II Villeharduin, Principe d’Acaia, uno dei più potenti feudatari in oriente. Il figlio secondogenito di Michele II, Giovanni, nato nel 1232 e indicato nei documenti come “Principe e Duca della Grande Valacchia”, dopo aver combattuto sotto le insegne paterne, sposò nel 1252 Beatrice Ruffo, figlia di Pietro conte di Catanzaro, che gli portò in dote la Signoria della Rocchetta sul Volturno (da queste nozze nacque nel 1254 Bartolomeo).
Nel 1256 il Re Manfredi gli donò la baronia di Campo Marino, chiamandolo nel diploma “nostro amato cognato”. Giovanni quindi visse quasi sempre alla corte di Manfredi presso sua sorella Elena. Purtroppo questo legame matrimoniale trascinò gli AngeloComneno nella lotta tra gli Hohenstaufen e la Chiesa, che ha dominato la storia d’Italia e la stessa Europa nel tredicesimo secolo.
Dopo la morte di Manfredi in battaglia, pacificato il regno di Sicilia Carlo d’Angiò, per solennizzare l’avvenimento, nel giorno della Pentecoste del 1272, cinse del “cingolo militare” molti insigni personaggi tra cui il principe Bartolomeo figlio di Giovanni e di Beatrice Ruffo.
Questi sono gli avi dai quali discendo in linea diretta.

Che cosa rimane di romeo nel suo stile di vita odierno ?

Comneno1Il legame con la tradizione della chiesa orientale ed in particolare di quella cattolica Melchita di cui facciamo parte ad a cui siamo molto legati. La Divina Liturgia viene celebrata nel rito bizantino, secondo San Giovanni Criso­stomo, di cui fanno parte tanti fedeli della Russia, della Grecia, del Medio-Oriente e di diversi altri paesi del mondo intero.
Il fedele qui si fa protagonista, essenziale, quasi, del Divino Sacrificio, insieme al sacerdote o ai sacerdoti concelebranti. E’ la rinnovazione collettiva del grande Dramma di Dio incarnatosi Uomo, che si sacrifica per la redenzione dell’intera umanità. II dialogo tra fedeli e il sacerdote celebrante a intimo, sempre più serrato, sempre più commovente. II Cristo è in mezzo a noi, protagonisti e compartecipi del grande Sacrificio. La Chiesa d’Oriente non legge ma canta la Divina Liturgia. II canto, il salmodiare sono propri alla mentalità dei popoli d’Oriente. E un modo continuo per celebrare le lodi del Signore. Lo stesso David cantava e danzava in onore del Signore. E quindi anche il fedele partecipa alla Santa Messa cantando con tutti.
Nella Liturgia bizantina i gesti, i canti, le preghiere, le processioni, le melodie semplici, tradizionali e mirabili nella loro composizione orientate, coinvolgono completamente il praticante. Molto è stato colto dalla liturgia orientale nella nuova liturgia latina del dopo Concilio Vaticano II, cioè quella spiritualità profonda e ricca che scaturisce dalla sorgente del patrimonio teologico, che i nostri Padri, fedeli allo Spirito, hanno conservato intatto nella fede e ci hanno tramandato. Nella liturgia l’uomo dirige il suo sguardo non su se stesso ma su Dio nostro Padre e sul suo splendore. Ecco ciò che è rimasto di bizantino nel ns stile di via, per il resto ….oramai siamo Uomini del nostro tempo.

E’ rimasta forse la fierezza e l’orgoglio di essere appartenere ad un stirpe tanto illustre. ..ma ce lo teniamo per Noi.

Che legami ha con la terra d’origine della Sua famiglia

Bisogna capire cosa si intende per “terra di origine della Famiglia”: la STIRPE DEGLI ANGELO COMENNO FLAVIO DUCAS hanno avuto come loro capostipite Alessio I o, per essere più precisi Costantino Angelo, Arconte di Filadelfia, sposo di secondo letto di Teodora figlia di Alessio I Comneno. Ed all’epoca l’impero bizantino era ancora vasto. Ciò nonostante ufficialmente la Famiglia non ho nessun legame né con la Grecia , né con la Turchia e neppure con l’Albania all’epoca facente parte del despotato di Epiro.
Tuttavia la Famiglia è stata ultimamente riconosciuta quale Altissimo patrono dalla Unione dei Nobili Armeni e unico pretendente al Trono di questo Paese.

Lei professa la fede ortodossa o cattolica? Quanto è importante la fede per la Sua famiglia? 

Come sopra accennato Noi siamo cattolici di rito bizantino ed in particolare apparteniamo alla Chiesa Cattolica Greca Melchica rappresentata attualmente da S.B. Patriarca di Antiochia Alessandria, di tutto l’Oriente e di Gerusalemme, Gregorio III Laham , il quale ha peraltro celebrato il mio matrimonio.
Ebbene nel risponderLe a questa domanda vorrei partire dall’origine così comprenderà a fondo come ed in che modo siamo legati alla chiesa. Fin con l’arrivo di Giovanni Angelo Comneno in terra italica che visse, come accennato alla Corte di Manfredi , la Famiglia approfittando dei cattivi rapporti sorti tra Carlo d’Angiò e il Papa, seppe destreggiarsi, trattando separatamente sia il Pontefice sia con l’Angioino. Ed una nuova era comincia per gli Angelo-Comneno d’Italia con Bartolomeo figlio di Giovanni. Nato nel 1254, come ho raccontato, ebbe il cingolo militare e fu fatto Cavaliere da Carlo I d’Angiò nel 1272. Questi, assai colto e gentile nel tratto, confidò in alte amicizie ­presso Urbano IV, e per la fama di strenuo guerriero e per il suo bell’aspetto, fu ben accolto a Roma. Si dedicò anche ad opere buone e fondò nel 1289 la Badia di San Benedetto a Capua. Papa Nicolò IV gli conferì molti privilegi tra i quali lo Juspatronato famigliare, con Bolla del 25 agosto 1289, prescrivendo che la Badia fosse affidata al figliuolo secondogenito di Bartolomeo, cioè don Benedetto.
Gli Angelo-Comneno sono ormai talmente uniti alla Chiesa Romana che vediamo uscire dal seno della Famiglia cardinali e vescovi tra i quali il cardinale Paolo Angelo, arcive­scovo di Durazzo, inviato da papa Pio II quale ambasciatore presso la Repubblica Veneta e presso l’eroe albanese Giorgio Castriota, del cui figlio gli viene affidata l’educazione. Gli Angelo-Comneno del ramo italiano continuarono a restare sempre fedeli al Pontefice di Roma, tanto da meritare distinzioni ed onori dalla Santa Sede. Diritti e privilegi furono riconosciuto anche da Papa Giulio III nel 1550, il quale confermò tutti i benefici concessi non solo dai Sovrani ma anche dai Pontefici suoi predecessori Callisto III, Pio II, Sisto IV, Innocenzo VIII e Paolo III (nel periodo cioè che va dal 1455 al 1549). Altri benefici furono concessi con bolle dei Sommi Pontefici Paolo IV, Giulio III a Geronimo Angelo-Comneno.
Verso l’anno 1600 la famiglia si trasferì nelle Marche, poichè nella «Marca» la Famiglia aveva dimorato anche nel passato e aveva terre ed in quella terra generosa gli Angelo continuarono a vivere fino verso il 1850. Sembra che la Santa Casa di Loreto, nelle Marche appunto, sia stata portata in dote da Tamara AngeloComneno andata in sposa al Principe di Napoli.

Ma la devozione alla Chiesa Apostolica da parte della Famiglia fu sempre fortissima.Da Giovanni (nato il 28 dicembre 1609) a Bartolomeo (nato nel 1641) a Pietro (1 maggio 1670) a Giovanni (17 novembre 1710) a Giuseppe Antonio (5 maggio 1772), tutti furono fedelissimi alla Santa Sede. Un parente Mons. Giacomo de Angelis fu nominato prima Arcivescovo di Urbino da Alessandro VII il 9 novembre 1660 e poi Vicegerente di Roma nel 1668 da Clemente IX, infine fu creato Cardinale da Innocenzo XI col titolo di S. Maria in Ara­coeli nel 1686.

Venanzio Vincenzo Angelo-Comneno, nato il 5 aprile 1802 nelle Marche da Giuseppe Antonio, era legato al Cardinale Cosenza di Napoli da una sincera ami­cizia e da una profonda stima, come dimostra una lunga corrispondenza intrattenuta tra loro. In una lettera del 5 ottobre del 1853 per esempio il Cardinale Cosenza assicurava il pre­detto Venanzio di aver parlato con Re Ferdinando II e di averne ricevuto assicurazioni per alcuni affari relativi alla Casa. Fu probabilmente verso il 1850 che Venanzio Angelo-Comneno si trasferì a Roma con il figliuolo Gaspare Pietro (nato nelle Mar­che il 5 marzo 1839), spegnendosi santamente all’ombra della Sede Apostolica il 23 febbraio 1859.

Gaspare Pietro, nominato cittadino di Roma dal Senato Capitolino nel 1862, è il nonno di mio nonno.

SAI Michele III webMio nonno Mario Angelo-Comneno ottenne dal Sommo Pontefice Pio XII di entrare nella Chiesa Bizantina Cattolica Melchita (i cui riti, prima del Concilio Vaticano II, erano in greco), ritornando in tal modo alle liturgie dei propri avi ed ha anche avuto il privilegio della Cappellania in perpetuo. Mia madre mi raccontava che durante il Concilio Vaticano II molte le riunioni dei Vescovi orientali, guidati dal Santo Patriarca Massimo IV Saigh, avvenivano nel salotto di mio nonno e che i pareri dello stesso erano molto ascoltati. Nella cappella domestica – nella quale si sono custodite 300 reliquie di Martiri e Santi (tra cui un frammento della Vera Croce) e che costituiscono un patrimonio della Casa – ogni domenica si riunivano negli anni ’60 tutti i cristiani di rito orientale fuggiti dall’Egitto. Mia madre ricordava i litri di the e caffè che venivano offerti al termine della Divina Liturgia ai fedeli. Mio nonno, che in qualità di Presidente dell’associazione dei Melkiti Italiani, sostenne, in maniera se posso osare decisiva, la richiesta assegnare una chiesa di Roma alla Chiesa Melkita. Papa Giovanni XXIII donò alla fine Santa Maria in Cosmedin al Patriarca Massimo IV.

Ancora oggi quando mi reco a S. Maria in Cosmedin per la S. Messa ho occasione di incontrare S.E. l’Arcivescovo Mons- Cappucci, che sempre mi parla con grandissimo affetto di nonno e di quanto Egli ha fatto per la Chiesa Melchita.

Molto si è parlato del titolo aulico di Totò. Cosa può dire di questa vicenda?

Non conosco nel dettaglio la vicenda. So che il grande Totò, nato Antonio Clemente, ha ottenuto una sentenza che gli ha riconosciuto il cognome di Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio Gagliardi De Curtis, ma nulla più di quello che si legge in internet.

Quello che invece posso dire a Nostro riguardo è che oltre ad avere ottenuto diverse sentenza civili e penali che riconoscono lo stato della Famiglia, lo iuj majestati ecc .. senza esserne tenuti, abbiamo pubblicato e messo in rete tutti i documenti genealogici che ci riguardano, nella massima trasparenza, perché nulla abbiamo a nascondere.

In quanti siete rimasti? 

Da quanto è di mia conoscenza, noi siamo gli unici rimasti del ramo degli Angelo-Comneno di Tessaglia e d’Epiro. Mio nonno Mario Bernardo che divenne capo della casa il 26.07.49 a seguito dell’abdicazione del cugino Pietro, per altro deceduto senza eredi, ebbe quattro figlie , Stefania (mia madre), Simonetta, Maurizia ed Alessandra.SAI Stefania web
Mio nonno Mario Bernardo – che fu autorizzato dal vicariato di Roma di utilizzare nei documenti privati il nome di Michele III – temendo che il nome di Famiglia potesse estinguersi ottenne a mezzo di un D.P.R., che i figli di Stefania , che sarebbe diventata alla morte del Padre Capo di Nome ed Armi della Casa e di Simonetta potessero aggiungere il cognome della madre a quello del padre. Ecco quindi i Ferrari AngeloComneno attualmente residenti in Roma e Napoli (mio fratello Manuele) ed i Kosak Angelo-Comneno, residenti in Beirut (Libano).

So che vi sono altre persone che vantano o pretendono di vantare simili origini , ma allo stato attuale , non mi sembra abbiano mai apportato sufficienti prove genealogiche per attestare il loro stato.

Quanta importanza ha la storia di Bisanzio per capire la situazione odierna in Medio Oriente? 

Sia negli studi soprattutto medioevali sia nei programmi scolastici si tende a vedere Bisanzio come un regno balcanico-mediorientale qualsiasi, evitando di sottolineare che si trattava dell’Impero romano d’Oriente. Quest’Impero ha abbracciato fino al VII-VIII secolo gli attuali paesi del medio oriente: Turchia, Siria, Palestina, Egitto… nello scontro poi atavico con l’Impero sasanide che si estendeva sull’Iraq e Iran sempre alla ricerca di uno sbocco sul mediterraneo.

Lo scontro militare tra i due imperi era di natura squisitamente commerciale: se i romani avessero avuto uno sbocco sul golfo persico non avrebbero dovuto pagare dogana sulle spezie e le merci che venivano dall’India o dalla Cina, così i persiani avrebbero potuto commerciare direttamente con i popoli mediterranei se avessero avuto uno sbocco su questo mare.

Queste due potenze con  le “paci eterne” che spesso duravano qualche anno riuscivano ad avere il controllo effettivo su regni e tribù. L’equilibrio si ruppe dopo l’invasione persiana e risposta di Eraclio che indebolì a tal punto la Persia da renderla facile preda dell’avanzata araba nel VII secolo. E tutto il medioriente fu perduto dai romani per un innesto politico-religioso: i siri e i copti dell’Egitto erano monofisiti, condannati come eretici nel Concilio di Calcedonia del 451.

I monofisiti erano quindi nazionalisti in lotta con il potere centrale. Gli arabi musulmani furono ritenuti nazionalisti, e avvenne il grande equivoco: i cristiani monofisiti aprirono le città consegnandole ai musulmani. La presa di coscienza avvenne quando la generazione successiva ai conquistatori gli arabi imposero la conversione per accedere alle cariche e il testatico come tassa a chi voleva rimanere cristiano. L’applicazione poi della legge islamica ha fatto il resto. Come si può capire da questo breve esempio molto esemplificato se non si conosce la storia bizantina o dell’Impero romano d’Oriente difficilmente si riescono a cogliere le radici della complessa situazione mediorientale.

Lei è Presidente di un’importante Associazione, ci può raccontare di cosa si occupa e quali sono i suoi fini? 

SAI Alessio VI web

L’Accademia Angelica Costantiniana di lettere arti e scienze, che ho l’onore di presiedere, è stata fondata nel lontano 1949 da mio nonno, l’Avvocato Professor Mario Bernardo Angelo-Comneno di Tessaglia, quale Istituzione culturale a carattere internazionale.
E’ Ente di Pubblica Utilità nella Repubblica Federale del Brasile ed ha carattere puramente culturale, senza alcuno scopo di lucro; è’ apolitica e non fa distinzione alcuna di nazionalità, cittadinanza, razza, confessione religiosa e condizione sociale.

Tra i suoi scopi specifici vi è quello di sviluppare in genere la cultura sul piano artistico, scientifico, letterario e religioso ed, in particolare, di gettare un ponte culturale tra il mondo bizantino-orientale e il mondo latino-occidentale dalla tarda antichità ai nostri giorni.
Per conseguire tali scopi l’Accademia si serve di tutte le forme di attività culturali.
Ha una rivista semestrale “Studi sull’Oriente Cristiano”, diretta da 17^ anni dal prof. Gaetano Passarelli alla quale collaborano studiosi di ogni nazionalità. Gli articoli sono scritti in una delle cinque lingue europee più diffuse.

Tutta l’attività dell’Accademia è sostenuta soprattutto dalle quote associative, dalla generosità degli Accademici e dalla partecipazione gratuita di coloro che, facenti parte del mondo della cultura, sensibili alle finalità della nostra Istituzione, si rendono disponibili a prestare gratuitamente la loro opera in occasione delle nostre manifestazioni.

Nel 2009 è stata iscritta, con la denominazione “Associazione Angelo-Comneno ONLUS”, nell’elenco delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale. L’Accademia ha pubblicato anche nove volumi della collana “Donne d’Oriente e di Occidente” edita dalla Jaca Book e numerosi libri per la collana “Studi e Saggi”. Lo Statuto dell’Accademia prevede, tra l’altro, di “indire concorsi letterari, artistici, poetici, di organizzare mostre, convegni, seminari, corsi ecc.”. A tal proposito l’Accademia ha istituito un concorso biennale musicale internazionale per composizione per quartetto d’archi intitolato al suo fondatore “Mario Bernardo Angelo-Comneno”, patrocinato dal Presidente della Repubblica e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha organizzato Master Class, della durata di un anno accademico, di alto perfezionamento d’interpretazione per pianoforte e musica da camera con pianoforte. I migliori partecipanti, segnalati dal Direttore Artistico, si sono esibiti in concerti organizzati dall’Accademia in Italia e all’estero.

L’Accademia ha anche realizzato mostre di scultura e di pittura ed è presente anche nel settore scientifico. L’Accademia sviluppa, nel corso di ciascun anno accademico, un ciclo di conferenze il cui tema viene fissato annualmente. Tra gli Accademici e relatori figurano, tra l’altroi: Sua Eminenza Cardinale Giuseppe Caprio, Sua Eminenza Cardinale Andrea Lanza Cordero di Montezemolo, S.E. Mons. Rino Fisichella, Prof. Francesco Sisinni, Compositore M° Giorgio Ferrari, Accademico dei Lincei Prof. Cosimo Fonseca, Amb. Ludovico Carducci Artenisio, Accademico di Francia Andrè Damien, Compositore M° Ennio Morricone, Compositore M° Irma Ravinale, le Eccellenze George Christoyannis, Christoph Cornaro, Evangelos Frangoulis, Abdelouhah Maalmi, già Ambasciatori presso il Quirinale e presso la Santa Sede, S.E. Prof. Cesare Ruperto, gli Accademici dei Lincei Prof. Pietro Bellini, Prof. Vittorio Mathieu e Prof. Vittorio Castellani, il Filosofo Antimo Negri +, M° Marcella Crudeli pianista, Avvocato Gerardo Marotta, Prof. Mario Sarcinelli già Ministro della Repubblica, On. Carla Mazzuca, Prof. Simonetta Matone. On. Prof. Antonio Marzano, On. Danilo Poggiolini, Prof. Andrea Margelletti, S.E. Avv. Mario Egidio Schinaia, Presidente Emerito del Consiglio di Stato, Rettore Prof. Guido Fabiani, Prof. Claudio Chiuderi, S.E. Amb. Prof. Husein-Fuad Mustafa Kabazi, On. Giuseppe Gargani, Avv. Gerardo Marotta, Prefetto Fulvio Rocco, Prof. Antonino Zichichi, Gen. Mario Arpino: già capo Stato Maggiore della difesa e della A.M.; S.E. Amb. Messico M. Ruiz Cabanas Izquierdo; dott. Emmanuele Emanuele, Presid. FondazioRoma; S.E. Amb. del Regno del Marocco Hassan Abou Ayoub; prof. Vincenzo Schettino, Accademico dei Lincei; dott.ssa Anna Maria Tarantola Presidente Rai.

Ultima domanda riguarda la famiglia degli Angelo. Crede che siano stati un po’ bistrattati dalla storiografia ufficiale? 

Come avviene per tutte le famiglie storiche i vari membri nel tempo hanno segnato degli alti e dei bassi. La nostra famiglia ha contato delle persone di alto profilo morale e culturale, ma vi sono stati altri che hanno dilapidato il patrimonio e scordato le tradizioni. La determinazione prima di mio nonno, il fondatore dell’Accademia, e poi di mia madre ha focalizzato un ruolo importante che la famiglia può avere anche nella società moderna: l’approfondimento e la propagazione della conoscenza della civiltà bizantina non come “commemorazione” di una cosa antica bensì come valore storico, artistico-culturale che può aiutare a comprendere l’attuale mondo medio orientale. E’ quanto cerco di fare in termini positivi, senza recriminazioni  o autocommiserazioni riguardo ad un passato non molto lontano.

Sito della famiglia http://angelocomneno.com/

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Di Nicola

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