La storia di Venezia è inseparabile da Bisanzio: tra le due potenze ci furono secoli di scambi commerciali, militari, e quindi forti legami nell’architettura, nella gastronomia, e nella lingua. Si pensi alla Basilica di San Marco, ai mosaici delle basiliche di Torcello e di Murano. Perfino l’uso della forchetta da tavola, inesistente in Europa prima della sua introduzione a Venezia nel 1004, risale al banchetto per il matrimonio della principessa bizantina Maria Argyra con il figlio del doge Pietro II Orseolo: ancora oggi la forchetta a Venezia si chiama pirón, dal greco pirúni. Lo scambio fu bilaterale: ci sono parole in greco moderno che derivano direttamente dal veneziano: gándzos (ganzo), kanóni, pastitsáda, bárba (zio), marangós (da marangón), kadéna, katsaróla, velúdo, e karékla (da caréga). Ecco una lista parziale di parole entrate direttamente nella lingua veneziana dal greco bizantino. Sono escluse quindi le numerose parole di origine greca entrate nel veneziano attraverso il latino (esempio: butìro = burro, dal latino butyrum, a sua volta dal greco bútiron).


ànese: anice, ánison
anguria: cocomero, angúrion
armizàr: ormeggiare, órmozo; attualmente raro
àstese: astice, astakós
baracòcolo: albicocca, berikókkion; oggi prunus dasycarpa ibrido albicocca mirabolano
basegó: basilico, basilikós
bombàso: cotone, bámbaz; attualmente raro
botarga: bottarga, avgotárako
calafatar: calafatare, kalaphatízo
cocàl: gabbiano, órnis krokáles
ganassa: guancia, gnádos
gondola: gondola, kóntulos
indivia: cicoria, entývion
intimèla: federa, éndyma
liagò: loggia, liakó; attualmente raro
magari: magari, makári
màndola: mandorla, amygdálí
massa: troppo, mãza
mastelo: mastello, mastós; mastós = tazza a forma di seno; esportata all’italiano nel 1320
mòlo: , mólos; a Venezia usata solo per descrivere la riva tra giardini reali e ponte della paglia
móna: vagina, muní; etimologia incerta
musina: salvadanaio, elemosýni
mustaci: baffi, mustáki
òstrega: ostrica, óstrakon
pantegana: ratto, póntikas
peàta: pláti; fu barcone da trasporto merci
pestacio: pistacchio, pistákion; esportata all’italiano nel 1320 circa
pirón: forchetta, pirúni
pitèr: vaso, pithárion
pìtima: pittima, epíthema
proto: capomastro, protomághistros; esportata all’italiano nel 1585
sàndolo: sandalo, sandalos; tipica barca veneziana
scafa: lavello, skáphi
scagio: ascella, maskhálion
scampo: scampo, kámpi
sciavo: scarafaggio, sklávos; attualmente raro
scugèr: cucchiaio, kokhliárion
sélega: passero, khélidón; in greco vuol dire rondine
séleno: sedano, sélinon
sísila: rondine, kýpselos; o dal Lat. cypselus
squero: cantiere navale, eskhárion
stròpolo: tappo, strófos

Autore: M. Tommasi

Nota: le traslitterazione sono dal greco bizantino. Fonti: Ferguson, Rinaldin, Boerio, Tomasin, Cortellazzo.

Immagine da: https://www.ilcuoreveneto.it/el-piron-la-prima-forchetta-italiana-e-stata-usata-a-venezia/

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Di Nicola

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